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«ORA CHE SI PARLA di associazione a delinquere, di un cartello di ditte specializzate per listallazione di autovelox, autobox e T-red, sarei curioso di conoscere la posizione del nostro sindaco: si costituirà parte civile contro la Centro Servizi, una delle aziende al centro dellinchiesta di Milano, che finora ha sempre difeso, o continuerà a essere sordo alle nostre richieste?». Paolo Bellini è di Riparbella, provincia di Pisa, dove è sorto il comitato No Gabelle, uno dei tanti di automobilisti vessati dalle «macchinette» che si sono uniti facendo ricorso al giudice di pace. Linchiesta della procura di Milano, partita con sequestro del tristemente famoso Vampiro di Segrate (lincrocio sulla Cassanese sorvegliato dai T-red della Ci.Ti. Esse, il cui amministratore unico è finito in cella), continua a creare sconcerto.
SECONDO lUnione Consumatori le contravvenzione «sono la rapina del secolo» una vera «truffa di Stato», e snocciola i dati del trend impressionante negli ultimi 50 anni: «Le multe per i divieti di sosta semplice, di fermata e per il superamento del limite di velocità entro 10 km sono aumentati del 6.870%, ma la percentuale per i ciclisti in tripla fila è ancora più pazzesca: +8.419%». Naturalmente in questo caso T-red, autovelox e autobox oggetto dellindagine di Milano non centrano.
FEDERCONSUMATORI chiede invece che i comuni interessati dallinchiesta sui semafori truccati «restituiscano i soldi delle multe versate da migliaia di automobilisti-vittime»: negli sviluppi dellazione giudiziaria «si pone la necessità di rendere giustizia alle decine di migliaia di automobilisti che in buona fede hanno pagato le multe e sono stati penalizzati con la perdita dei punti sulla patente. I proventi delle circa quarantamila multe sono stati incassati e ripartiti tra i soggetti dellindagine e lamministrazione comunale di Segrate, che ha ignorato gli avvertimenti e i dubbi che erano stati avanzati a più riprese». Claudio Morini, presidente dellAssociazione Forum di Castel San Pietro, ha presentato alla Procura di Bologna una denuncia per truffa, «perché abbiamo riscontrato situazioni anomale nel Bolognese. Da tempo segnaliamo queste irregolarità, ne abbiamo informato anche la procura regionale della Corte dei Conti che sta indagando. Ci stiamo organizzando per una causa collettiva». Ma secondo Morini ci sono anche «violazioni al codice della strada da parte delle amministrazioni, perché pur di fare contravvenzioni posizionano le linee di arresto a ridosso dei semafori e non prima».
E MOLTO DIFFICILE, in ogni caso, che gli automobilisti multati possano essere risarciti del soldi già spesi per le contravvenzioni. Lunica arma nelle mani di chi ritiene di essere stato multato ingiustamente è il ricorso al prefetto (entro 60 giorni dalla notifica) o al giudice di pace (30 giorni), nei tempi e nei modi previsti dalla legge. Qualora si perdesse dinnanzi al prefetto, la violazione si raddoppia, ma restano altri 30 giorni per ricorrere dinnanzi al giudice di pace. Le associazioni dei consumatori offrono assistenza. Dai siti internet è possibile scaricare il facsimile per i ricorsi, altrettanto fanno i comitati spontanei sorti a decine. Ne ricordiamo alcuni: multegaglinico.net, giallofastidio.net, multavilla.org, semafolle.it, multesettimo.altervista.org, strademulte.it, nogabelle.org.
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